Roberto Mancini e la Roma sono sempre più vicini. Ci sono diversi motivi per un clamoroso sì, ma anche un enorme “contro”…
Un allenatore che ha trionfato in Europa con la Nazionale Italiana, un club ambizioso che cerca stabilità e successi. La combinazione potrebbe sembrare insolita, ma il nome di Roberto Mancini accostato alla Roma non è così inverosimile come potrebbe apparire a prima vista. Dopo aver concluso la sua breve avventura con la Nazionale Saudita e aver già raggiunto vette prestigiose nella sua carriera, Mancini potrebbe essere pronto a tornare in Italia per una nuova sfida.
Il club giallorosso è in cerca di una figura carismatica che sappia portare equilibrio e ambizione a una piazza storicamente difficile da gestire. Mancini ha l’esperienza e le capacità per affrontare questa sfida, ma soprattutto ci sono almeno tre buoni motivi, illustrati nei giorni scorsi da “SerieANews”, che potrebbero rendere questo matrimonio più naturale di quanto si pensi.
- La sfida prima del denaro
La prima ragione è legata alla fattibilità economica. Dopo aver incassato una cifra astronomica dall’esperienza in Arabia Saudita (circa 30 milioni di euro), Mancini non avrebbe la necessità di cercare un contratto oneroso. Piuttosto, potrebbe essere spinto dalla voglia di rimettersi in gioco in un progetto che stimoli la sua ambizione. La Roma, con i suoi tifosi appassionati e il desiderio di tornare competitiva ai massimi livelli, potrebbe essere l’occasione giusta per rispondere a questa esigenza.
Mancini ha già dimostrato di saper gestire ambienti complessi, come ha fatto con l’Italia, riportandola alla gloria dopo anni difficili. La sua motivazione potrebbe andare oltre il semplice aspetto economico, orientandosi verso una sfida che richiede carisma, competenza e lungimiranza.
- Il legame con i “senatori”
Un altro fattore chiave è il rapporto di Mancini con alcuni leader dello spogliatoio della Roma. Lorenzo Pellegrini, Bryan Cristante e Gianluca Mancini sono stati suoi uomini di fiducia, i primi due protagonisti anche durante l’Europeo vinto con la Nazionale. Sotto la guida del “Mancio”, hanno vissuto i loro momenti migliori, dimostrando di poter giocare ai massimi livelli con una guida tecnica che credeva in loro.
Questa connessione potrebbe rappresentare un vantaggio decisivo, soprattutto in una squadra che ha bisogno di ricostruire coesione e fiducia. Pellegrini e Cristante, che attualmente stanno affrontando un periodo di calo, potrebbero ritrovare lo smalto di un tempo proprio grazie a un allenatore che li conosce e sa come valorizzarli. La possibilità di lavorare con giocatori che nutrono stima e fiducia in lui renderebbe più agevole l’inizio di una nuova avventura nella capitale.
- Il sogno Totti: un’alleanza possibile
Un ulteriore elemento che potrebbe rendere Mancini l’uomo giusto per la Roma è il possibile coinvolgimento di Francesco Totti, che lui stesso in passato ha indicato come uno dei suoi più grandi rimpianti da allenatore. “Ho il rimpianto di non averlo mai allenato”, disse una volta il ‘Mancio’ in un’intervista. Una figura simbolica come quella del Capitano potrebbe giocare un ruolo chiave nel riaccendere l’entusiasmo della tifoseria. Mancini, che conosce bene il peso delle “bandiere”, potrebbe lavorare fianco a fianco con Totti, creando un ponte tra il glorioso passato giallorosso e il desiderio di costruire un futuro solido.
Un Totti dirigente non sarebbe solo un’icona da esibire, ma un punto di riferimento per i giocatori e un collante con i tifosi, che potrebbero vedere in questa collaborazione una nuova speranza di rinascita. L’ostacolo principale in questo caso sarebbe convincere i Friedkin, che di certo non lo amano, a riportarlo a bordo. Ma per Mancini in realtà il grande problema, più che Totti, potrebbe essere un altro.
L’ostacolo per Mancini alla Roma: la militanza alla Lazio
Il vero nodo da sciogliere sarebbe la questione del passato di Mancini con la Lazio, un tema che potrebbe sollevare perplessità tra i tifosi romanisti. Da giocatore e allenatore biancoceleste, Mancini ha legato il suo nome a una delle rivali storiche della Roma. Tuttavia, il pragmatismo e la fame di successi potrebbero prevalere. Alla fine, i risultati sono ciò che conta di più in una piazza esigente come quella giallorossa. Se Mancini riuscisse a portare equilibrio e vittorie, i tifosi potrebbero superare i vecchi rancori.
L’incognita però è relativa ai tifosi laziali, che lo hanno sempre amato e spesso lo hanno individuato come idolo del passato da idolatrare. Loro difficilmente perdonerebbero all’ex ct un “tradimento” di questo calibro, per questo motivo magari Mancini potrebbe avere qualche remora ad inquinare il suo passato con una scelta professionale, peraltro nella stessa città, che sarebbe a dir poco controversa.
Vedremo se alla fine l’allenatore marchigiano scioglierà le riserve e deciderà davvero di raccogliere il testimone da Juric, diventando così il prossimo allenatore della Roma. Le incognite sono tante ma altrettante sono le motivazioni di rimettersi in pista, peraltro nel campionato italiano dal quale manca da 8 anni, da quando cioè accettò di tornare all’Inter.
La domanda quindi è questa: Mancini accetterà questa sfida? E, soprattutto, la Roma è pronta a fare il salto di qualità con un allenatore che ha già dimostrato di sapere come si vince?