Tra beach volley e pallavolo ci sono differenze significative che li rendono di fatto due sport diversi, lo sapevi?
A prima vista beach volley e pallavolo potrebbero apparire sport praticamente gemelli – del resto la stessa cosa si pensa a proposito del calcio e del calcetto – e in effetti le similitudini tra questi due tipi di attività sportiva sono evidenti. Non mancano però le differenze, che come vedremo non sono poche.
L’idea che beach volley e pallavolo siano più o meno la stessa cosa è rinforzata in noi dal fatto di vedere i pallavolisti passare dall’una all’altra disciplina. In fondo, pensiamo, si tratta pur sempre di giocare con una palla e anche la misura della rete è uguale (2,24 metri per le donne e 2,44 per gli uomini in entrambi gli sport).
Identica anche la modalità di assegnazione dei punti (il tocco della palla a terra) e della vittoria nei set, dove bisogna sopravanzare la squadra avversaria di almeno due punti. Sia nel beach volley che nella pallavolo si comincia col servizio e la palla si può toccare con ogni parte del corpo. Esauriti i punti di contatto, rimangono numerose differenze: ecco quali sono.
Beach volley e pallavolo, le differenze fondamentali
La differenza più evidente tra i due sport è il terreno di gioco: la sabbia nel caso del beach volley, il classico taraflex in quello della pallavolo. Ma non finisce certo qui. Come detto, si gioca sempre con la palla. Sì, ma quale? La palla da beach volley è diversa, più resistente all’acqua e con una pressione lievemente minore (0,2 bar contro i 0,3 della pallavolo).
Anche il campo da beach volley è leggermente più piccolo: misura 8 metri per 8 metri. A beach volley poi si gioca al meglio dei due set e i punti da raggiungere sono 21 (non i 25 della pallavolo). Inoltre ogni 7 punti si cambia campo, oltre al classico tradizionale cambio campo alla fine del set.
Ancora più importante però il fatto che a beach volley il tocco a muro è conteggiato come primo tocco, il che significa avere a disposizione solo altri due tocchi per portare a termine l’azione. Nel beach volley la palla può essere mandata nel campo avversario in palleggio solo se la traiettoria è perpendicolare alla linea delle spalle del giocatore che compie l’azione.
Unica eccezione a questa regola è rappresentata dalla situazione in cui il giocatore spedisce erroneamente la palla oltre la rete nel tentativo di alzarla per il suo compagno. Un’altra differenza significativa sta nell’uso del pallonetto. A beach volley non si può fare con la mano aperta e morbida. È permesso solo quello che in gergo è detto Pokey o colpo del cobra (colpo con le nocche oppure tocco fermo o secco).
Diverse anche le regole per il fallo di invasione. Nel beach volley non esiste di fatto la linea divisoria centrale. I giocatori così possono “sconfinare” nel campo avversario a patto di non interferire con l’azione di gioco dell’altra squadra.
A differenza della pallavolo (dove sono due), a beach volley c’è soltanto un time out a disposizione e sono i giocatori stessi a chiamarlo. Nel beach volley, altra differenza fondamentale, non è prevista infatti la presenza del coach in panchina.